R1: Oh qual buon vento! Ancora qui?
R2: Ebbene sì...
R1: Si possono sapere i motivi? L'ultima volta aveva lasciato queste pagine nell'intento di fare qualcosa di costruttivo dei suoi "sforzi" letterari...
R2: Ancora qui, sì...dopo piccole illusioni disilluse, ma soprattuto dopo...
R1 : Dopo?
R2: Insomma...dopo l'alienante routine della chat...
R1: Mi vuol dire che per lei scrivere e usare la chat sono la stessa cosa? Svolgono la stessa funzione?
R2 : Non nego che le due cose siano legate strettamente...diciamo che assolvono ad una medesima funzione...catartica, forse terapeutica, forse...apotropaica.
R1 : Apotropaica? Per fugare il malocchio?
R2: No, la noia...il peggiore dei malocchi!
R1: Faccia allora qualcosa per estirpare questa noia!
R2: Non sono convinto che si possa estirpare definitivamente, una volta per tutte.
R1: Posso essere indiscreto?
R2: Lei provi a domandare, io al più, mi riserverò di rispondere o meno.
R1: Perchè ha abbandonato la chat?
R2: In effetti sono fatti miei...
R1: Sta andando sulle difensive?
R2: Un pò...comunque mi sono tolto per constatazione dell'inutilità dello strumento e per nausea...
R1: Ossia non ha trovato nessuno di interessante...
R2: Sì...è così...
R1: Ma che spiegazioni si è dato di questo?
R2: A volte non so neppure io cosa voglio, ma più spesso questo pianeta virtuale è popolato da persone francamente disturbate, scisse, con doppie vite, senza coraggio...
R1: La descrizione che ne fa è desolante...
R2: Infatti lo è.
R1: Quindi pensa che la frequentazione di queste pagine la possa risollevare dal quel vuoto lasciato dalla chat?
R2: No, ma almeno qualcosa farà...E poi, se devo proprio dirla tutta...vorrei essere una persona migliore, cercare una dimensione "normale", fisica e non virtuale. Vorrei assomigliare il più possibile all'idea di me stesso che ho...
R1 : Non pensa sia un'assurdità il legame di dipendenza che si instaura nelle persone che frequentano le chat assiduamente?
R2: Non posso che darle ragione...
R1: Molto idealistica come spiegazione...la sua, mi riferisco all'assomigliare il più possibile all'idea che ha di sè.
R2: Mi auguro che divenga reale...non c'è altro da fare che vivere e sbagliare, per poi correggersi.
Ora la saluto. Ad majora!
R1: A presto! Qualcosa mi dice che ci sentiremo presto...
R2: Chissà...
Olistico-paranoico
domenica 17 aprile 2011
venerdì 27 agosto 2010
sinistra SENZA SINISTRA
Cosa manca alla Sinistra italiana del 2010? Già nel momento stesso in cui ho digitato sulla tastiera questa frase, un senso di insicurezza e il dubbio di aver fatto un errore madornale mi attanaglia. Ma quale Sinistra? Esiste la Sinistra in Italia oggi?
E chi, se non essa, può annullare - se non fisicamente, almeno politicamente - come meriterebbe, Silvio Berlusconi? Certo non i pusillanimi e prudenti Bersani, Franceschini, Veltroni, Bindi, Fioroni...ma a questo proposito che fine ha fatto la Bonino? Potrà Vendola forse? Non sarà troppo preso dal suo senso di colpa per essere un omosessuale, che lo spinge a preoccuparsi di piacere ai cattolici? E' per questo che quando proferisce parola ha il dono di non farsi comprendere e di trascendere con un suo personalissimo ultralinguaggio?
E chi, se non essa, può annullare - se non fisicamente, almeno politicamente - come meriterebbe, Silvio Berlusconi? Certo non i pusillanimi e prudenti Bersani, Franceschini, Veltroni, Bindi, Fioroni...ma a questo proposito che fine ha fatto la Bonino? Potrà Vendola forse? Non sarà troppo preso dal suo senso di colpa per essere un omosessuale, che lo spinge a preoccuparsi di piacere ai cattolici? E' per questo che quando proferisce parola ha il dono di non farsi comprendere e di trascendere con un suo personalissimo ultralinguaggio?
Per tornare alla domanda chiave, cosa manca alla Sinistra, la risposta è questa:"Alla sinistra manca la SINISTRA" e questa non è un ossimoro o una tautologia. Alla sinistra italiana manca un linguaggio, presa dagli imbarazzi che sempre ad ogni piè sospinto dimostra di avere, qualora cerca di nominare, ma mai nomina, parole significative come "lotta di classe", " classe operaia", "povero", "padrone", "sfruttamento", "giustizia sociale", se non proprio "economica" che frettolosamente rimuove, relegandola nel passato, in preda ad ingiustificati imbarazzi per la propria storia.
E certo ha ragione quel filosofo che sostiene che mai ci sarà una rivoluzione qui in Italia, finchè non ritorneranno ad esserci due coscienze di classe, almeno due, e conseguentemente il conflitto di classe. Finchè l'operaio , il contadino e il metalmeccanico sogneranno l'automobile rombante, la casa e i soldi, finchè il loro orizzonte sarà il Silvio, finchè vorranno emularlo...continueranno a votarlo, e se non voteranno lui, segneranno con una crocetta l'emblema della bestiale ignoranza e della bestiale xenofobia, Bossi e la Lega.
E i gay? Perchè non si interessano di politica? Soggetti senza diritti, quindi oggetti. Forse dovrebbero costruirsi un progetto di vita, visto che non possono procreare: un progetto di vita che vada oltre all'egoismo spesso insediato nella dimensione di coppia della serie "noi ci amiamo che vada a puttane il mondo", un progetto che non inizi e finisca in overdoseidi palestra, di sesso, di alcool, di arricchimento, o di vacua superficialità...
E io? Io mi sento sempre più rabbioso e sempre più impotente...
E i gay? Perchè non si interessano di politica? Soggetti senza diritti, quindi oggetti. Forse dovrebbero costruirsi un progetto di vita, visto che non possono procreare: un progetto di vita che vada oltre all'egoismo spesso insediato nella dimensione di coppia della serie "noi ci amiamo che vada a puttane il mondo", un progetto che non inizi e finisca in overdoseidi palestra, di sesso, di alcool, di arricchimento, o di vacua superficialità...
E io? Io mi sento sempre più rabbioso e sempre più impotente...
giovedì 19 agosto 2010
L'OMOFOBIA BISEX
Chiedere a me se esistono i bisessuali o meno è come chiedere a un cieco di raccontare un film che si sta vedendo, non riuscirebbe mai.
Certo una cosa è oggettiva: l'omofobia bisex, o meglio dei bisex. Quante volte da parte del sedicente bisex di turno, ad un ragazzo gay o ad una ragazza lesbica è capitato di sentir pronunciare la fastidiosissima frase: " Io non amo le definizioni, io non mi definisco, non mi lascio ingabbiare...io amo le persone, le anime, a prescindere dal sesso". In via del tutto logica e teorica il pensiero pare ammissibile, inammissibile è l'omofobia interiorizzata, l'auto-odio che uno prova e che sbatte in faccia all'altro gay o lesbica che sia, se è vero che nel momento in cui il bisex rifiuta un'ettichetta (gay, lesbica, trans), per quanto questa sia limitante e limitata, egli o ella lo fa poichè la sente come un disvalore. Bisognerebbe vedere se sente con altrettanta repulsione l'etichetta di ETERO...
lunedì 16 agosto 2010
Incognita
Chissà qual è il magnete per cui due persone casualmente si incontrano, si piacciono, cominciano a frequentarsi, a conoscersi e iniziano un rapporto a due...e chissà qual è la simmetrica assenza magnetica per cui uno gira, rigira, cerca, ricerca anche con affanno e non trova.
Ci sarà un disegno fatale, cosmico, già tratteggiato, è la volontà o la noluntas del singolo che lo trattiene dal far il salto nel vuoto dell'incontro con l'altro?
Ci sarà un disegno fatale, cosmico, già tratteggiato, è la volontà o la noluntas del singolo che lo trattiene dal far il salto nel vuoto dell'incontro con l'altro?
martedì 20 luglio 2010
Men and Women
L'estate svela i corpi in tutta la loro bellezza, laddove vi sia, e maschi e femmine, senza distinzione di generi, danno sfoggio della loro vanità.
In un'intervista di qualche mese fa Aldo Busi, il noto scrittore, affermava convinto che agli uomini non piacciono più le donne, essi preferiscono di gran lunga loro stessi, meglio l'immagine di sè alle prese con il gioco di seduzione e di conquista della donna, in una sorta di compiacimento narcisistico delle proprie qualità applicate all'oggetto d'amore (?). E alle donne piacciono ancora gli uomini? Forse sì. Forse le donne cercano di conquistarsi affannosamente quel fallo di cui diceva Freud, sia esso fisico, che metaforico.
In un'intervista di qualche mese fa Aldo Busi, il noto scrittore, affermava convinto che agli uomini non piacciono più le donne, essi preferiscono di gran lunga loro stessi, meglio l'immagine di sè alle prese con il gioco di seduzione e di conquista della donna, in una sorta di compiacimento narcisistico delle proprie qualità applicate all'oggetto d'amore (?). E alle donne piacciono ancora gli uomini? Forse sì. Forse le donne cercano di conquistarsi affannosamente quel fallo di cui diceva Freud, sia esso fisico, che metaforico.
martedì 6 luglio 2010
CINISMO
“ Il cinismo è la crudeltà dei delusi: non possono perdonare alla vita di aver ingannato le loro certezze” così Aldo Grasso, famoso critico televisivo che firma molti articoli per il Corriere della Sera, affermava recisamente in una recensione di un programma televisivo. La frase, sintetica ed illuminante, spiega bene l'accezione attuale di "cinismo", quella che si distanzia dall'antica scuola filosofica socratica all'insegna della critica e del rifiuto dei costumi morali della maggioranza, e che è divenuta sinonimo di scetticismo, sospensione del giudizio, quando non di iperrealismo misti a un sottofondo di antipatia.
Infatti il cinico spinto dalla paura dell'illusione e dell'inganno, a priori dispiega un'operazione di distruzione di qualsiasi orpello metafisico o illusorio su ogni processo o fenomeno umano, storico, collettivo o individuale.
Infatti il cinico spinto dalla paura dell'illusione e dell'inganno, a priori dispiega un'operazione di distruzione di qualsiasi orpello metafisico o illusorio su ogni processo o fenomeno umano, storico, collettivo o individuale.
lunedì 28 giugno 2010
Alla ricerca dell'uomo perduto
Un uomo non può stare solo, una vita va condivisa per darne un senso e per colorarla di vivo. E' lecito dopo la fine di una storia d'amore cercare con affanno una persona che possa lenire i dolori e aiutarti a vivere meglio? E' una persona ALTRA da te che ti aiuterà in questo arduo compito? La risposta è negativa. Ma solo in parte.
L'affanno nasconde ansie ataviche, l'impossibilità di fare definitivamente i conti con la propria solitudine e con la fame inesausta di affetto, di affetti lontani. Ma il bisogno carnale e spirituale di una persona accanto a te, a cui pensare, cui dedicare del tempo e delle energie è un motivo talmente nobile che si può rischiare di cadere nella trappola della forsennata ricerca dell'AMANTE perduto...
L'affanno nasconde ansie ataviche, l'impossibilità di fare definitivamente i conti con la propria solitudine e con la fame inesausta di affetto, di affetti lontani. Ma il bisogno carnale e spirituale di una persona accanto a te, a cui pensare, cui dedicare del tempo e delle energie è un motivo talmente nobile che si può rischiare di cadere nella trappola della forsennata ricerca dell'AMANTE perduto...
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