venerdì 27 agosto 2010

sinistra SENZA SINISTRA

Cosa manca alla Sinistra italiana del 2010? Già nel momento stesso in cui ho digitato sulla tastiera questa frase, un senso di insicurezza e il dubbio di aver fatto un errore madornale mi attanaglia. Ma quale Sinistra? Esiste la Sinistra in Italia oggi?
E chi, se non essa, può annullare - se non fisicamente, almeno politicamente - come meriterebbe, Silvio Berlusconi? Certo non i pusillanimi e prudenti Bersani, Franceschini, Veltroni, Bindi, Fioroni...ma a questo proposito che fine ha fatto la Bonino? Potrà Vendola forse? Non sarà troppo preso dal suo senso di colpa per essere un omosessuale, che lo spinge a preoccuparsi di piacere ai cattolici? E' per questo che quando proferisce parola ha il dono di non farsi comprendere e di trascendere con un suo personalissimo ultralinguaggio?
Per tornare alla domanda chiave, cosa manca alla Sinistra, la risposta è questa:"Alla sinistra manca la SINISTRA" e questa non è un ossimoro o una tautologia. Alla sinistra italiana manca un linguaggio, presa dagli imbarazzi che sempre ad ogni piè sospinto dimostra di avere, qualora cerca di nominare, ma mai nomina, parole significative come "lotta di classe", " classe operaia", "povero", "padrone", "sfruttamento", "giustizia sociale", se non proprio "economica" che frettolosamente rimuove, relegandola nel passato, in preda ad ingiustificati imbarazzi per la propria storia.
E certo ha ragione quel filosofo che sostiene che mai ci sarà una rivoluzione qui in Italia, finchè non ritorneranno ad esserci due coscienze di classe, almeno due, e conseguentemente il conflitto di classe. Finchè l'operaio , il contadino e il metalmeccanico sogneranno l'automobile rombante, la casa e i soldi, finchè il loro orizzonte sarà il Silvio, finchè vorranno emularlo...continueranno a votarlo, e se non voteranno lui, segneranno con una crocetta l'emblema della bestiale ignoranza e della bestiale xenofobia, Bossi e la Lega.
E i gay? Perchè non si interessano di politica? Soggetti senza diritti, quindi oggetti. Forse dovrebbero costruirsi un progetto di vita, visto che non possono procreare: un progetto di vita che vada oltre all'egoismo spesso insediato nella dimensione di coppia della serie "noi ci amiamo che vada a puttane il mondo", un progetto che non inizi e finisca in overdoseidi palestra, di sesso, di alcool, di arricchimento, o di vacua superficialità...
E io? Io mi sento sempre più rabbioso e sempre più impotente...

giovedì 19 agosto 2010

L'OMOFOBIA BISEX

Chiedere a me se esistono i bisessuali o meno è come chiedere a un cieco di raccontare un film che si sta vedendo, non riuscirebbe mai.
Certo una cosa è oggettiva: l'omofobia bisex, o meglio dei bisex. Quante volte da parte del sedicente bisex di turno, ad un ragazzo gay o ad una ragazza lesbica è capitato di sentir pronunciare la fastidiosissima frase: " Io non amo le definizioni, io non mi definisco, non mi lascio ingabbiare...io amo le persone, le anime, a prescindere dal sesso". In via del tutto logica e teorica il pensiero pare ammissibile, inammissibile è l'omofobia interiorizzata, l'auto-odio che uno prova e che sbatte in faccia all'altro gay o lesbica che sia, se è vero che nel momento in cui il bisex rifiuta un'ettichetta (gay, lesbica, trans), per quanto questa sia limitante e limitata, egli o ella lo fa poichè la sente come un disvalore. Bisognerebbe vedere se sente con altrettanta repulsione l'etichetta di ETERO...

lunedì 16 agosto 2010

Incognita

Chissà qual è il magnete per cui due persone casualmente si incontrano, si piacciono, cominciano a frequentarsi, a conoscersi e iniziano un rapporto a due...e chissà qual è la simmetrica assenza magnetica per cui uno gira, rigira, cerca, ricerca anche con affanno e non trova.
Ci sarà un disegno fatale, cosmico, già tratteggiato, è la volontà o la noluntas del singolo che lo trattiene dal far il salto nel vuoto dell'incontro con l'altro?

martedì 20 luglio 2010

Men and Women

L'estate svela i corpi in tutta la loro bellezza, laddove vi sia, e maschi e femmine, senza distinzione di generi, danno sfoggio della loro vanità.
In un'intervista di qualche mese fa Aldo Busi, il noto scrittore, affermava convinto che agli uomini non piacciono più le donne, essi preferiscono di gran lunga loro stessi, meglio l'immagine di sè alle prese con il gioco di seduzione e di conquista della donna, in una sorta di compiacimento narcisistico delle proprie qualità applicate all'oggetto d'amore (?). E alle donne piacciono ancora gli uomini? Forse sì. Forse le donne cercano di conquistarsi affannosamente quel fallo di cui diceva Freud, sia esso fisico, che metaforico.

martedì 6 luglio 2010

CINISMO

“ Il cinismo è la crudeltà dei delusi: non possono perdonare alla vita di aver ingannato le loro certezze” così Aldo Grasso, famoso critico televisivo che firma molti articoli per il Corriere della Sera, affermava recisamente in una recensione di un programma televisivo. La frase, sintetica ed illuminante, spiega bene l'accezione attuale di "cinismo", quella che si distanzia dall'antica scuola filosofica socratica all'insegna della critica e del rifiuto dei costumi morali della maggioranza, e che è divenuta sinonimo di scetticismo, sospensione del giudizio, quando non di iperrealismo misti a un sottofondo di antipatia.
Infatti il cinico spinto dalla paura dell'illusione e dell'inganno, a priori dispiega un'operazione di distruzione di qualsiasi orpello metafisico o illusorio su ogni processo o fenomeno umano, storico, collettivo o individuale.

lunedì 28 giugno 2010

Alla ricerca dell'uomo perduto

Un uomo non può stare solo, una vita va condivisa per darne un senso e per colorarla di vivo. E' lecito dopo la fine di una storia d'amore cercare con affanno una persona che possa lenire i dolori e aiutarti a vivere meglio? E' una persona ALTRA da te che ti aiuterà in questo arduo compito? La risposta è negativa. Ma solo in parte.
L'affanno nasconde ansie ataviche, l'impossibilità di fare definitivamente i conti con la propria solitudine e con la fame inesausta di affetto, di affetti lontani. Ma il bisogno carnale e spirituale di una persona accanto a te, a cui pensare, cui dedicare del tempo e delle energie è un motivo talmente nobile che si può rischiare di cadere nella trappola della forsennata ricerca dell'AMANTE perduto...

sabato 26 giugno 2010

CONTRA APERTOS CONIUGES ( ? )

Parto dalla considerazione che essere uomini (o donne) e non marionette o pecore, è un mestiere difficile, ma è ancora più difficile essere uomini single in modo consapevole; facile e comodo vivere questo status come costrizione, scelta subita o uno scherzo del destino.
Ritengo che fare i conti con la propria persona, la propria giornata, la propria solitudine e le proprie nostalgie da soli richieda una buona dose di forza e di inconsapevolezza, dono la prima, pecca la seconda e non a tutti date.
Se invece si è baciati dalla fortuna e ci si trova in coppia ( ma la sorte ti bacia anche se sei solo, almeno entro certi limiti)le faccende si complicano, e a volte la vita si semplifica: ci si apre all'altro, si accantona (nel migliore dei casi) il proprio egoismo e si ama, si dovrebbe farlo, o almeno ci si illude di farlo.
In un mondo semplice e razionale non si dovrebbe dare una terza condizione rispetto al single e alla coppia, e infatti la realtà dei fatti che non è razionale, ma umana, annovera questo ibrido detto coppia aperta. Il termine ibrido non è proprio azzeccato, specie secondo l'ottica degli "aperti" i quali si considerano coppia comunque, invece secondo quella dei "chiusi", siano essi single o coppie,i primi non sono coppia.

Per quanto mi riguarda la cosa è semplice: la coppia aperta protratta nel tempo è una piccola s.r.l. a responsabilità sempre più limitata, sfibrata dall'interno, zavorrata dall'infelicità e dall'insoddisfazione dei singoli partner.Ammetto l'apertura come fase di passaggio verso un consolidamento, o come brevissima parentesi sperimentale, ma l'atto stesso dell'apertura è una drammatica presa di coscienza dei limiti dell'uomo amante-amato, una resa alla sola ferinità del sesso e una rassegnata ammissione del non aver diritto alla felicità che ogni uomo deve pretendere per sè in quanto uomo! E il paradosso è proprio questo: la coppia si apre per cercare la felicità che in due non si trova, si tratta di raggiungere la felicità sessuale o di combattere la noia.
Poi inquietanti si aprono gli scenari se spostiamo l'attenzione al significato simbolico o psichico che può avere la terza persona o le terze persone. Come vanno considerate queste? Giocattolini? Oggetti sessuali? Medium dell'agognata gioia sexualis o amuleto contro la Noia di esitere? Scegliete voi la risposta corretta, a me, nella cecità del limite del mio pensiero, tutto viene in mente, fuorchè titolarle o appellarle con il termine PERSONA.

Quindi che fare? Scagionare o colpevolizzare le coppie aperte? Nè l'uno, nè l'altro. L'uomo non può giudicare e demolire un altro uomo, se è sincero con se stesso.
Puntare sempre alla felicità, all'optimum, consapevoli della fragilità degli uomini, specie gay, i quali per combattere la morte, che è il non-senso del vivere,troppo spesso sono sottomessi alla carne, all'onnipotenza e improcrastinabilità dei desideri, tipici di pregresse fasi di vita.